Arianna Chieli

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Del come e del perchè ho smesso di fumare

Questo post per me è difficile. Non parlo di moda e di oggetti, ma di qualcosa di molto personale che ha a che fare con le mie debolezze e con il prendere in mano il proprio futuro. La premessa è che ho smesso di fumare da 3 mesi e tre giorni  e non sono ancora ragionevolmente sicura che non toccherò mai più una sigaretta in vita mia. E’ vero, ammetto che non sono mai stata una grande fumatrice, con il mio consumo moderato di massimo cinque sigarette al giorno. E ammetto anche che ho già smesso altre due volte, in concomitanza con le gravidanze. La prima volta per due anni e la seconda per quasi tre.

Quindi voi penserete che io sia poco credibile sull’argomento. Ma qui c’è un ma grande come una casa. In entrambe le volte in cui ho smesso di fumare ho vissuto la cosa come una privazione, fondamentalmente scontenta di non potermi concedere quella che ai miei occhi era una meritata ricompensa dopo tanta fatica o tanto stress. Ma facciamo un passo indietro.

Io non ero contenta di fumare. Sono una sportiva e le mie performance erano compromesse dalle sigarette. Certo, non drasticamente, ma comunque compromesse. Non mi piace l’odore di sigaretta addosso a me, anche se non mi dispiace talvolta sugli altri. Il gesto non mi è mai piaciuto, anzi, per me significa una sola cosa: dipendenza. E non c’è niente di peggio che essere dipendenti da qualcosa che non solo non ti dà niente, ma indebolisce il tuo corpo e , in qualche modo, anche il tuo spirito. Ho due figli piccoli e i bambini imparano per imitazione. Anche se ho sempre cercato di non fumare davanti a loro, loro lo sanno e questo non è bene.

Senza contare lo spettro di tumori e malattie cardiovascolari connesse al consumo di nicotina. Che è vero che vivo a Milano e respiro merda tutti i giorni, è vero che posso comunque crepare di un’altra malattia o può saltarmi  addosso un pazzo col machete, ma l’idea di aumentare esponenzialmente il rischio non mi è mai garbata. E quindi perchè conscia di tutte queste cose non ho smesso e sono andata avanti tre anni a macerarmi sul ” non voglio farlo, ma lo faccio lo stesso?” Penso che tutto parta dalla testa. Anche se la nicotina è una droga, non dimentichiamocelo. Una droga venduta dallo stato, socialmente ammessa, ma pur sempre la droga più utilizzata del pianeta.

Ho dovuto focalizzare che non stavo rinunciando a niente. A niente di buono per me. Che fondamentalmente la mia vita non sarebbe cambiata con o senza sigarette. Tutto quello che mi piace fare sarebbe stato ancora lì. E rincuorarmi che anche se fossi ingrassata un po’, con un paio di mesi di Zona e tanto fitness i chili vanno giù.

Ci sono stati di mezzo anche un ricovero improvviso dovuto al troppo stress e un libro che mi avete consigliato voi su facebook e che consiglio a mia volta a chiunque voglia smettere di fumare.

Come sta andando? Direi bene. Mentirei se vi dicessi che in alcune situazioni non ho voglia di accendermi una sigaretta. Sono quei momenti in cui avverto una specie di vuoto alla pancia e che non so bene come spiegarmi, ma sono solo momenti e riesco a controllarli. Sono molto felice della mia decisione. La mia pelle ha un bel colore rosa, i denti sono più bianchi, il mio corpo risponde ad una velocità incredibile e dopo una settimana di bronchite in cui ho sputato fuori l’impossibile, mi sento piena di energia.

Ho messo su un paio di chili, ma non è un dramma. Sento di nuovo le puzze in metropolitana, ma anche a questo toccherà riabituarsi.

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