Arianna Chieli

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Oh mio dio, un nuovo dramma mediatico incombe sull’Italia: Gemelle Lecciso, si o no? Da una parte la Ventura si erge a profetessa della libertà d’espressione, dall’altra la Rai in vena di pruderie cattolica le censura a domenica In. Perchè nessuno parla del fatto che noi, il popolo bue, ci siamo rotti le palle dell’ennesima cialtrona incapace imposta su una tv di servizio, per la quale si esige UN CANONE. E per cosa? Per vedere:

a) quella cula isterica di Signorini che, in piena invidia della vagina, distribuisce cattiverie

b) Un’isola di sfigati, talmente coglioni da avvelenarsi ingurgitando bacche su una spiaggia tropicale (mai letta una Lonely Planet? Vabbè, va bene anche il manuale delle giovani marmotte)

Se poi capita anche un’influenza e il pomeriggio si accende mamma rai, la solfa dell’isola va avanti anche in pomeridiano, con tuttologi e (ebbene sì) psicologi, che interpretano il reality come un’espressione latente e rappresentativa della realtà. Bene, io non mi sento rappresentata.

Io mi chiamo fuori. Anche dal dramma delle Lecciso.

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