Venerdì sera sono stata invitata al primo Burlesque Award, il contest dedicato al burlesque di cui potete vedere il video su Corriere.it e leggere un breve racconto qui.
Da donna, e da donna che lavora nella moda da oltre 10 anni, sono un filino ossessionata dal fisico perfetto, dall’eccedenza di pelle, dalla forza di gravità che, a nostro dispetto, si impone come uno stato di fatto dopo i 20 anni.
Sono la prima che cade in crisi di identità se non entra in un paio di jeans taglia 42 e non mentiamoci, dopo la seconda gravidanza, ho affrontato una serie di privazioni alimentari unite a immani fatiche fisiche per tornare al punto di partenza. ( quando Heidi Klum cinguetta che perdere 20 chili dopo ogni gravidanza è una passeggiata MENTE sapendo di mentire, maledetta Heidi con le ali di fata in passerella per Victoria’s Secrets dopo 2 mesi dalla terza gravidanza!)
Venerdì sera sul palco del T35 c’erano donne morbide, con seni naturali, un po’ di pancetta e, qualche volta, anche un lato B non esattamente di marmo.
E volete sapere una cosa? Gli uomini impazzivano! Era un delirio di applausi, incoraggiamenti, ammirazione e desiderio.
Non sono una fan delle forme morbide, ma è anche vero che sono anestetizzata. Sono talmente abituata a vedere donne nude con seni siliconati, chiappe levigate, addominali tartarugati che mi lasciano del tutto indifferente. E la sensualità, il piacere, il desiderio passano necessariamente attraverso percorsi che non possono identificarsi con la sovraesposizione merceologica. Triste termine.
Forse vedere delle donne vere, con una forma corporea non modificata, una sensualità esuberante ed esposta, un’ironica accettazione della propria unicità, crea identificazione in noi ragazze ed abbassa drasticamente il livello di ansia nel maschio metropolitano.
Non è che alla fine confrontarsi con un’aliena di plastica rappresenti l’anticamera del viagra? Meditate gente, meditate….
sì, Arianna: abbassiamo pure i livelli d’ansia.