In labor est laetitia. In labor est equilibrium.
Abito a Milano, una città che reca scritto sui muri un concetto per me quanto mai lontano: Nel lavoro si trova la gioia, nel lavoro c’è l’equilibrio.
Mi piace dire che sono terrona, anche se sono nata in Umbria, una regione dove non ho mai sentito nessuno parlare di quante ore passa in ufficio con malcelata gioia.
Ma penso che nelle mie vite precedenti sono stata una del sud del mondo.
Perché vivrei sempre a piedi nudi, mi piace la bossa nova, mi sento a casa appena vedo una spiaggia.
Milano non è una città a misura di bambino. Per come la vedo io, manco a misura di adulto, ma noi l’abbiamo scelta per cui ce la dobbiamo sopportare.
A Milano se dici verde pubblico pensano si tratti di una nuance di un capo Armani.
Qui i nostri bimbi devono dividersi gli sparuti fazzoletti di erba pubblica con i cani (che hanno molti più diritti delle mamme e dei bambini). La nostra sindachessa Letizia Moratti (che ha dichiarato che dopo 10 giorni dal parto era già al lavoro) sicuramente non avrà mai avuto il problema di parcheggiare la macchina con una panza così, o magari con una panza così e un bambino urlante. Immagino che un esercito di baby sitter avrà provveduto ai di lei pargoli, mentre era in altre faccende affaccendata. Ma, visto che ha dichiarato in campagna elettorale che avrebbe trasformato Milano in una città a misura di donna, che avrebbe provveduto a riempire la città di parcheggi rosa, io mi aspettavo che almeno qualcuno qua e là lo mettesse. Non dovrebbe essere una cosa così complicata.
Vogliamo strafare? Chiediamo anche ai vigili urbani di multare chi fa cagare i cani ai giardinetti dei bimbi, e non solo alle auto per divieto di sosta- magari delle povere donne incinte e con pargoli urlanti al seguito-
Ecco, non voglio arrivare a parlare di bagni pubblici decenti, magari con dei fasciatoi, perché capisco che sarebbe fantascienza, ma pensate un po’ che in Namibia ci sono e in Italia no….